I manoscritti medievali sono realizzati con un inchiostro blu-nero a cui i tannini non sono estranei: dal Medioevo al XIX secolo, i nostri inchiostri erano preparati con il tannino!
Iniziamo ricordando la storia d’amore che unisce i tannini ai metalli: i tannini, infatti, si legano ai metalli, compreso il ferro. Questo è il motivo del cattivo gusto del vino rosso bevuto con un piatto di pesce: i tannini, che sono abbondanti nel vino rosso, trasportano il ferro durante il processo di vinificazione. Questo ferro reagisce con gli acidi grassi insaturi presenti in abbondanza nel pesce, rilasciando composti dal sapore sgradevole! Le soluzioni sono due. Si può bere vino bianco, meno ricco di tannini e quindi di ferro. In alternativa, bevete vino rosso con pesce a basso contenuto di acidi grassi insaturi, come il tonno: in questo modo i composti sgradevoli non vengono rilevati.
Spesso il legame dei metalli con i tannini modifica il colore di questi ultimi: in passato i tintori usavano il ferro o l’alluminio per smorzare i colori dei tannini vegetali usati per colorare i tessuti (a questo dedicheremo un prossimo articolo della rubrica). Avrete notato l’annerimento del legno di castagno, ricco di tannini, quando viene a contatto con i chiodi delle facciate o delle recinzioni. Infatti, i tannini spesso anneriscono in presenza di ferro: questo veniva usato per fare inchiostri storici… ed ecco la ricetta.
Occorre una materia prima vegetale ricca di tannini, come la corteccia o il legno di quercia. Il modo migliore è utilizzare le galle di quercia. Queste escrescenze sono prodotte da piccoli insetti, i cinipidi, che depongono le uova nelle gemme e le trasformano in protuberanze legnose dove crescono le larve, ovvero le galle di quercia. L’albero ha cercato, invano, di difendersi dall’aggressore accumulando tannini che rappresentano il 50% del peso della galla!
Per creare un inchiostro storico, prendete quindi la materia prima vegetale: la corteccia, il legno o idealmente la galla. Schiacciatela grossolanamente, poi aggiungete acqua e fatela bollire a lungo in una vecchia pentola (che poi non potrete lavare!). Aggiungere quindi solfato di ferro (50g/L) o, in alternativa, immergere un chiodo arrugginito alla fine della bollitura. Raffreddare a lungo e filtrare attraverso un panno a maglie molto fini prima di utilizzare questo liquido viscoso per caricare la penna, al fine di evitare di intasarla. Ora si ha un inchiostro medievale, l’antenato dei coloranti industriali, di un bel viola scuro che poi diventa blu-nero.
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