Il tannino, come ben sappiamo, è una sostanza naturale presente in tutte le piante del regno vegetale. Alcune di queste, come il castagno e il quebracho, lo contengono in quantità particolarmente elevate, rendendole adatte all’estrazione di tannino. Esploriamole in dettaglio.
Principali materie prime per la produzione di tannino
Il castagno, un albero a foglia caduca, è coltivato da secoli in Europa, dalla penisola iberica fino alle regioni del Caucaso. Sin dall’epoca dell’antica Roma, i castagni erano apprezzati per tre principali motivi:
- I frutti commestibili, le castagne, nutrienti e di facile conservazione, tanto da essere chiamate “il pane dei poveri”.
- Il loro legno resistente e versatile.
- La loro straordinaria capacità di rigenerazione (i polloni), permettendo alla foresta di rinnovarsi rapidamente dopo il taglio.
Quebracho
Il quebracho, invece, cresce in Sudamerica, tra Argentina, Paraguay e Brasile. Questi alberi sempreverdi sono famosi per il loro legno duro e pregiato. Il nome “quebracho” deriva dall’espressione spagnola “quiebra-el hacha”, ovvero “spacca-ascia”. Il cuore rosso-scuro del tronco è dovuto proprio all’elevata quantità di tannino che contiene (max 20% del peso totale). Questo lo rende perfetto per l’estrazione su scala industriale. Gli alberi di quebracho crescono spontaneamente all’interno di foreste multi specie e il taglio avviene secondo un diradamento selettivo.
Filiera produttiva del tannino
L’approvvigionamento dei tronchi per l’estrazione industriale del tannino avviene nel completo rispetto delle leggi locali che tutelano il patrimonio boschivo, preservandolo per le future generazioni.
Una volta tagliati, i tronchi sono lasciati stagionare per alcuni mesi all’aria aperta. Successivamente vengono ridotti in “chips” e sottoposti ad un processo di estrazione in acqua calda che ricorda quello dell’infusione del tè. Alla fine, si ottiene il tannino liquido, che può essere trasformato in polvere per facilitare il trasporto a livello globale.
Tara
Sempre in Sudamerica, un caso particolare è quello del tannino di tara. La tara è un albero a basso fusto, appartenente alla famiglia delle leguminose, che produce baccelli dall’aspetto simile a quello dei fagioli. Dalla buccia del baccello, attraverso un processo di macinazione, si ottiene il tannino in polvere, già pronto per essere utilizzato in diverse applicazioni industriali. I semi dello stesso frutto vengono utilizzati per produrre la gomma di tara, un ingrediente molto usato nell’industria alimentare per produrre gelati e prodotti a base carne.
Falsi frutti ricchi di tannino
Il tannino non si estrae solo dai tronchi e dalla corteccia degli alberi. Un’altra importante fonte vegetale è costituita dalle noci di galle.
Categorizzate come “falsi frutti” per le loro sembianze fuorvianti, le galle contengono una sorprendente quantità di tannino. Anzi: potremmo quasi dire che sono delle vere e proprie “bombe” di tannino! Sono infatti escrescenze che si formano su alcune piante a seguito di punture o deposizioni di uova da parte di insetti o parassiti. Il tannino, lo ricordiamo, ha una funzione antibatterica e antimicotica; quindi la galla rappresenta una reazione di difesa della pianta ad un attacco esterno, per isolare e proteggere la zona danneggiata. Tali escrescenze si formano soprattutto sulle querce, e vengono raccolte a scopo industriale soprattutto in Turchia e Cina (ragione per cui si parla spesso di galle turche e galle cinesi).
Altre fonti vegetali ricche di tannino
Sebbene castagno, quebracho, tara e galle siano tra le fonti primarie utilizzate nella produzione industriale di tannino, esistono altre piante con un’alta concentrazione di questa preziosa sostanza:
- L’ippocastano, spesso confuso con il castagno, ha origini nei Balcani e nell’Asia occidentale. Conosciuto per le sue proprietà ornamentali e terapeutiche, le sue foglie, frutti e corteccia sono tutti ricchi di tannino.
- La quercia era già conosciuta dai Celti per il suo elevato contenuto di tannino. Tuttavia, la quercia raramente viene utilizzata oggi nella produzione di tannino a causa del suo lento ciclo di rigenerazione.
- La mimosa, o acacia, è originaria dell’Australia ma si trova anche in Sud Africa e America Latina. La sua corteccia è ricca di tannino.
- Il sommacco era storicamente usato nella medicina tradizionale come rimedio per i disturbi gastrointestinali. Le sue foglie sono particolarmente ricche di tannino.
In conclusione, la natura ci fornisce molteplici fonti di tannino. Tuttavia, nella produzione moderna si prediligono quelle che garantiscono una maggiore resa con il minor impatto ambientale, per una produzione sostenibile.
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