Vera pelle, pelle ottenuta da bucce di frutta e verdura, ecopelle, similpelle, pelle composta da fibre vegetali e chi più ne ha più ne metta: a volte distinguere la pelle dalle alternative sintetiche è davvero difficile. 

Grazie a processi produttivi sempre più innovativi si producono materiali così simili alla pelle da confondere il consumatore nel momento dell’acquisto.

Quando si fa shopping online è paradossalmente più semplice distinguere se una cintura o una borsa siano realizzate in pelle vera o meno: è sufficiente leggere la descrizione del prodotto. 

Non vale la stessa regola se si tratta di acquisti fatti in negozio o altri luoghi fisici: avere un’etichetta da consultare non è sempre possibile (e non sempre sono complete). Non parliamo poi di quello che capita a quei pochi consumatori consapevoli che vogliono sapere di più e non si accontentano dell’etichetta “vera pelle” ma vogliono sapere con che metodo di concia è stata ottenuta, se con i sali di cromo o attraverso la concia al vegetale con tannino (dettaglio che come ben sappiamo fa la differenza, non solo per l’ambiente ma anche per le persone sensibili o allergiche al cromo). 

La buona notizia è che esistono dei “trucchetti” per capire quale materiale si ha tra le mani ed evitare eventuali delusioni, fregature… o, semplicemente, imparare qualcosa di nuovo!

Vediamo insieme i trucchi per riconoscere la vera pelle da quella finta o sintetica! 

Annusare la pelle

Metteteci il naso, letteralmente! L’odore della vera pelle è inconfondibile e caratteristico, quasi difficile da descrivere a parole. I materiali sintetici, invece, restituiscono all’olfatto un odore di plastica, di nafta o (nella migliore delle ipotesi) assolutamente niente. 

Guardare la pelle

La vera pelle ha due facciate, una solitamente chiamata lato fiore (quella esterna) e l’altra lato carne (quella interna). La chiave sta nel riuscire a vedere il lato carne, solitamente interno (cercate il “rovescio” per intenderci). Una volta individuato, se presenta dei filamenti simili ad una garza state certi che si tratta di pelle finta. Lo strato superiore, che contiene la grana, cioè il disegno tipico della pelle bovina conferita dalla disposizione dei follicoli piliferi, costituisce lo strato fiore, mentre lo o gli strati inferiori, che non hanno ovviamente la grana, costituiscono la crosta. 

La vera pelle, essendo di origine animale, è sempre diversa: non esisterà mai un pezzo di pelle vera uguale ad un altro. Il contrario vale per un materiale sintetico prodotto industrialmente da zero. 

Per capire se una giacca, una borsa o un divano è di vera pelle esaminate attentamente il colore, perché se è vera pelle, difficilmente sarà omogeneo al 100% ma avrà punti in cui il colore è un po’ più scuro/chiaro (si tratta di piccoli gradi di differenza).

Oltre al colore, anche la grana ha una sua  disomogeneità. Come gli esseri umani, la pelle degli animali è formata da pori che non sono mai uniformi.

Quindi, per quelli che più si sentono Sherlock, munitevi di una lente d’ingrandimento e mettetevi al sole, scrutate attentamente la grana della pelle e se vi accorgete che i pori non seguono uno schema preciso e che sono posti a caso, allora siete davanti ad un prodotto in vera pelle. Attenzione però! Nelle pelli sintetiche di ultima generazione questa caratteristica viene simulata, quindi allenate l’occhio!  

Quando si parla di difetti generalmente il nostro pensiero va a qualcosa di “negativo”, per la pelle invece avere dei difetti è un pregio: designano l’autenticità del prodotto. Ovviamente non si sta parlando di grandi difetti, che vengono solitamente scartati durante la lavorazione del prodotto. I piccoli difetti possono essere ad esempio causati da punture di insetti quando l’animale era ancora in vita, oppure piccoli graffi dovuti a sfregamenti dell’animale durante il pascolo etc. Inoltre, nel tempo la pelle assorbirà le tracce del nostro vissuto, dei nostri gesti ripetuti, piccole macchie e segni che non ne diminuiranno ma anzi ne accresceranno il valore. 

La prova dell’acqua

Questa prova va presa con le pinze e soprattutto non è sempre possibile svolgerla (per esempio se si è in fase di acquisto). 

La prova dell’acqua funziona bene soprattutto per i pezzi in scamosciato, come ad esempio una giacca o un paio di scarpe: se è vera pelle, il materiale assorbe piano piano la goccia d’acqua; mentre la goccia sulla finta pelle rimane immobile sulla superficie. 

Il più delle volte, però, la proprietà assorbente della vera pelle viene camuffata dalla lavorazione nelle concerie per renderla idrorepellente ed evitare che si rovini nel suo utilizzo quotidiano (immaginatevi come si rovinerebbe una giacca di vera pelle se non fosse idrorepellente durante una giornata di pioggia!). 

Calore e pressione

Anche il tatto gioca un ruolo importante nel distinguere la finta pelle. La versione vera è calda al tatto, a differenza della finta pelle. Inoltre, la finta pelle è molto sottile: piegando leggermente il materiale, rimane la traccia della piega. La vera pelle, invece, è morbida e ritorna alla sua forma in modo naturale.

Allo stesso modo, se si “friziona” la vera pelle, questa si scalda mentre la pelle finta rimane fredda. 

Lunga vita alla vera pelle

Inutile dire che l’effetto più evidente che contraddistingue la vera pelle da quella falsa si ha con il tempo e con l’usura che mette alla prova la resistenza dell’oggetto acquistato, perché mentre la pelle diventa più morbida e si usura lentamente facendo venir fuori al massimo il substrato del fiore del cuoio (che ne esalta la bellezza), la finta pelle invece si “spacca” letteralmente e diventa fragile e da buttare via.

Se c’è l’etichetta Vera Pelle

In Italia, esiste una normativa specifica che riguarda l’utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» e di quelli da essi derivati o loro sinonimi, che indica anche le sanzioni per i trasgressori (DECRETO LEGISLATIVO 9 giugno 2020, n. 68 – ai sensi dell’articolo 7 della legge 3 maggio 2019, n. 37 – Legge europea 2018. (20G00084) (GU Serie Generale n.160 del 26-06-2020).

La distinzione tra vera pelle e pelle sintetica non richiede grandi passaggi da detective ma è facilitata dalla presenza di un’etichetta. Esistono diversi simboli da prendere in considerazione, i due più importanti e frequenti sono quello del Made in Italy e di Vera Pelle. 

  • Etichetta Made in Italy – Stando alla legge n.55 dell’8 aprile 2010 è obbligatorio per i prodotti dell’industria della moda (anche in pelle) garantire che l’indicazione “made in italy” esposta sui cartellini sia utilizzata solo se almeno due delle principali fasi di lavorazione sono prodotte sul territorio nazionale e se rispettano la normativa ambientale e qualitativa del paese.
  • Etichetta Vera Pelle – C’è un decreto ministeriale dell’ 11/04/96 che espone precisamente il significato dell’etichetta vera pelle esposta sui cartellini:

    Il cuoio è anche ottenuto da pelli o pellame tagliati in strati o in segmenti, prima o dopo la conciatura. Se però la pelle o il pellame conciati sono disintegrati meccanicamente e/o ridotti chimicamente in particelle fibrose, pezzetti o polveri e, successivamente, con o senza l’aggiunta di un elemento legante, vengono trasformati in fogli o in altre forme, detti fogli o forme non possono essere denominati «cuoio». Se il cuoio ha uno strato di rivestimento, indipendentemente da come sia stato applicato, o uno strato accoppiato a colla, tali strati non devono essere superiori a 0,15 mm. In questa maniera, tutti i tipi di cuoio sono coperti, fatti salvi altri obblighi giuridici, ad esempio, la Convenzione di Washington. La dicitura “pelle pieno fiore” si applica alla pelle con grana originaria, ovvero quando l’epidermide è stata ritirata e senza che nessuna pellicola di superficie sia stata eliminata mediante sfioratura, scarnatura o spaccatura.

Le etichette, però, possono venire contraffatte, tagliate e riallocate ad altri prodotti prima della vendita…ecco perché da sole non bastano a garantire la genuinità del nostro acquisto. 

Non fidatevi ciecamente delle etichette ma usatela solo come una prova ulteriore.

La vera pelle costa

La qualità ha il suo prezzo. Produrre un oggetto o un capo in vera pelle richiede una lunghissima lavorazione, per questo motivo un prodotto in vera pelle non può costare poco. Dalla fase di selezione alla fase di confezionamento e taglio, c’è bisogno di manodopera specializzata e molta cura (a differenza di quanto accade con i prodotti in finta pelle). Ecco un esempio: come scritto in precedenza, la vera pelle presenta delle imperfezioni che la rendono unica; a volte però si trovano veri e propri difetti (buchi, durezze eccessive, cicatrici). L’operaio specializzato che lavora la vera pelle deve stare attento e tenere conto di questi dettagli al fine di produrre un risultato ottimale. Con la finta pelle questo non avviene, poiché è prodotta sinteticamente e quindi senza nessun difetto: l’azienda non ha bisogno di avere un operaio specializzato, le è sufficiente disporre di macchinari che “stampano” direttamente il prodotto in modo automatico. 

Scegliere un prodotto in vera pelle significa quindi valorizzare quella componente umana del processo produttivo che non può essere sostituita da macchine. 

Adesso sai come distinguere la vera pelle da quella sintetica, non fermarti qui: scopri come riconoscere la vera pelle conciata al vegetale con tannino e rendi i tuoi acquisti sostenibili!