L’incontro con i nostri antenati è probabilmente avvenuto in riva a uno stagno o in una grotta. Gli Uomini avevano iniziato a cacciare grossi animali con l’aiuto di lance e ad utilizzare le pelli delle prede uccise per ripararsi dal freddo.

Essendo materiali organici, dopo pochi giorni iniziavano a imputridire e diventavano inutilizzabili. Tuttavia, qualcuno notò che se le pelli venivano raschiate con le pietre calde del falò, lavate negli stagni e stese ad asciugare al fuoco, il processo di decomposizione rallentava.

Doveva esserci qualcosa nell’acqua o nel fumo capace di stabilizzare la pelle. In effetti, le foglie e i rami d’albero che cadevano nell’acqua degli stagni rilasciavano il tannino presente della pianta, così come quello contenuto anche nel fumo dei falò.

Iniziò quindi la ricerca di un metodo per ottimizzare questo processo naturale, che richiese molti tentativi, prove ed errori e che portò alle prime tecniche di concia al tannino.