Sviluppo e tutela del territorio
Il tannino è nato per proteggere le piante dall’assalto di funghi e batteri. Ma oggi è in grado di tutelarle anche dal disboscamento e dallo sfruttamento eccessivo. Un effetto positivo che si estende anche alle comunità che vivono in prossimità delle foreste.
Grazie alla possibilità di estrarre tannino dagli alberi o dai loro frutti, si è generata una fiorente microeconomia locale che ha permesso di prevenire l’abbandono dei borghi rurali e ha contribuito a mantenere vive le tradizioni locali. Ecco tre esempi di successo.
Argentina: la gestione della foresta e il suo rimboschimento
Le province del Chaco e Formosa in Argentina sono le regioni con più alta densità di Quebracho colorado (Schinopsis lorentzii e balansae). Nel 2007 la Ley de Bosque Nativo (26.331) ha stabilito le linee guida per una gestione responsabile delle foreste classificando il territorio nelle seguenti zone: aree sfruttabili, aree miste e aree protette.
Per le aree sfruttabili e miste sono state stabilite le quantità massime di quebracho che si possono abbattere all’anno e per ettaro, e il diametro minimo dei tronchi, implementando un sistema di tracciabilità che permette di controllare la provenienza del legno utilizzato.
Questo permette una gestione attiva delle foreste ed incoraggia lo sviluppo economico di queste zone rurali. Inoltre, l’industria estrattiva locale ha sviluppato un vivaio di 200.000 piantine di Quebracho che ogni anno sono trapiantate per arricchire ulteriormente la foresta.
L’investimento in ricerca e sviluppo e il rispetto della materia prima sono i presupposti indispensabili per una gestione sostenibile delle foreste.
Il Quebracho in numeri
sono gli ettari di foreste di Quebracho nel Chaco, Argentina
sono le tonnellate di legname di Quebracho disponibili
sono le tonnellate di legno di Quebracho derivanti dalla crescita vegetativa ogni anno
sono le tonnellate di legname utilizzate dalle industrie produttrici di tannino (il 25% della crescita annuale)
Fonte dei dati: Dirección Provincial de Bosques (Argentina)
Italia, la tutela dell’albero pane
Per secoli, il Castagno ha rappresentato una delle maggiori risorse alimentari delle aree collinari in Italia, tanto da essere ribattezzato “l’Albero del pane”.
Le prime leggi a tutela dei castagneti risalgono al Cinquecento e prevedevano multe cospicue per i trasgressori. Anche la produzione di tannino di Castagno doveva fare i conti con queste limitazioni.
Con il XX secolo e il miglioramento delle condizioni economiche, l’importanza sociale dei castagni è venuta meno. Di conseguenza, è iniziato un progressivo abbandono di queste aree.
Ma senza la cura dell’uomo, i castagni sono divenuti preda di parassiti e malattie, che negli ultimi decenni hanno causato un progressivo indebolimento delle foreste e un drastico calo nella raccolta di castagne.
Una gestione responsabile della foresta aiuta invece a mantenerla in salute. Infatti, il Castagno ha proprietà autogenerative. Tagliare un tronco a livello del terreno permette la nascita di nuovi “polloni” che si trasformano rapidamente in piante.
Anche in questo caso, i tagli sono regolamentati da severe normative forestali italiane: viene tracciata l’origine di ogni tronco, che deve rispondere a determinati requisiti (età, grandezza del diametro, ecc.).
Alcuni dati sul Castagno
sono gli ettari, in Italia, dei boschi di Castagno
sono le tonnellate di legno di Castagno che crescono spontaneamente in 1 anno tra Piemonte e Liguria
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é la percentuale di legname di Castagno che viene usata dall'industria del tannino
Fonte dei dati: Giorgio Colombo, “Indagine di sostenibilità ambientale del prodotto “tannino” da legno di Castagno”. Italia, 2015
I raccoglitori di Tara in Perù
A differenza del Quebracho e del Castagno, il tannino di Tara non si estrae dal legno ma dai baccelli, che vengono raccolti e portati nei centri di deposito dai campesinos locali e da qui sono trasferiti alle aziende produttrici.
La raccolta di baccelli di Tara è diventata un ulteriore mezzo di sostentamento per la popolazione, composta per la maggior parte da piccoli agricoltori e allevatori. Speciali corsi di formazione sono diretti a quest’ultimi con l’intento di formarli sulle migliori pratiche di produzione e di raccolta. Inoltre, i produttori di tannino sono coinvolti in programmi di responsabilità sociale e micro credito.
I dipendenti godono di tutela sanitaria e assistenza amministrativa. Durante l’orario lavorativo, i genitori possono lasciare i bambini in un centro ricreativo aziendale e andarli a riprendere all’uscita.
Un impegno concreto che ha fermato l’abbandono dei villaggi permettendo alle nuove generazioni di guardare al futuro con fiducia.
La Tara in numeri
sono gli ettari di piantagioni di Tara presenti in Perù
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è la percentuale di Tara che proviene da crescita spontanea
sono i kg della produzione media di baccelli di Tara per pianta
sono le famiglie coinvolte nel ciclo produttivo della Tara
Fonte dei dati: Servicio Nacional Forestal y de Fauna Silvestre. “El aprovechamiento de la especie Tara o Taya en el marco de la legislación forestal vigente”. Perù, 2017.
L’estrazione del tannino
La raccolta delle fonti vegetali è il primo passo: da qui può cominciare il vero e proprio processo produttivo del tannino. I baccelli di tara vengono ridotti in polvere; le galle e il legno degli alberi vengono invece sminuzzati e macerati in acqua calda. Un processo di infusione in tutto e per tutto simile a quello del tè che prepari a casa. Scopri tutti i passaggi.