“Si tende a pensare che la Natura debba essere perfetta. Purtroppo (e per fortuna) non è così. La caratteristica vincente dei prodotti naturali è proprio la loro irregolarità.” Massimiliano D’Ambrosi, Chief Executive Director di Manifattura di Domodossola, riassume in questa frase il credo della sua azienda, che ha attraversato oltre cento anni di Storia poggiando su due pilastri: l’amore per il cuoio e la pelle conciata al vegetale con tannino e la convinzione che un prodotto di qualità debba nascere da un percorso produttivo di eccellenza, controllato dall’azienda dall’inizio alla fine.
Il risultato di tanta dedizione sono gli accessori di pelletteria del brand Athison, realizzati in cuoio intrecciato che trovano un’originale declinazione nell’unione con altri materiali, quali il cotone e il rayon. La linea Athison include cinture, braccialetti, borse; persino una Dog Collection di collari e guinzagli con un design e colori decisamente particolari.
“Utilizziamo da anni la pelle conciata al vegetale con tannino, da molto prima che diventasse di tendenza. Abbiamo “litigato” spesso con i designer, che non la accettavano perché la ritenevano un materiale che presentava dei “difetti”. Ma chi dice che l’imperfezione è un difetto? Noi lo consideriamo un dettaglio di unicità.
La pelle conciata al vegetale con tannini è meravigliosa perché ha dei colori che evolvono col tempo, ha una vita propria … un graffio nel tempo si trasforma, diventa qualcosa di bello ed unico . La borsa fatta con la nostra pelle ha una sua vita e col tempo lo dimostra. A differenza delle borse in similpelle o in pelli rifinite con poliuretano dall’aspetto sempre uguale ed anonimo, le nostre borse sono capaci di invecchiare e migliorare nel tempo. L’obiettivo è creare un legame, un “intreccio”, che leghi la persona all’accessorio che ha scelto e che inevitabilmente entrerà a far parte del suo vissuto.
Una scelta imprenditoriale coraggiosa nell’era della fast fashion e che parte da lontano. Racconta D’Ambrosi:
“Nel 1913 c’era uno stabilimento nel cuore di Domodossola che era specializzato in funi e passamaneria, lacci per scarpe e piccoli intrecciati. L’azienda ha attraversato le 2 Guerre Mondiali e il numero di dipendenti è salito a 300. Poi negli anni ‘60 – ‘70 del secolo scorso arriva il momento di cambiare. La produzione di piccoli intrecciati, passamanerie e stringhe per scarpe si sposta su altri mercati e non è più concorrenziale. Per questo motivo c’è stata l’esigenza di stravolgere la produzione ed innovare, cambiare, cercare nuovi settori e nuovi prodotti. Il cambiamento e l’innovazione ci hanno accompagnato in tutta la nostra storia e ci hanno permesso di essere l’azienda che siamo oggi.
Le macchine sono state riadattate ad un nuovo utilizzo. “Prima di allora non esistevano cinture intrecciate a macchina ma solo intrecciate a mano. La grande innovazione è stata quella di riuscire a produrre cinture intrecciate mai viste prima, grazie alle nostre tecnologie in grado di combinare il cuoio con materiali (come il rayon e il cotone) completamente nuovi. Successivamente siamo riusciti a realizzare anche dei bellissimi tessuti intrecciati in cuoio destinati al settore dell’arredamento e oggi utilizzati per rivestire gli interni di alberghi prestigiosi, yacht di lusso o negozi griffati.
Negli anni Duemila, successivamente al raggiungimento del centenario dell’azienda, nasce il brand di alta pelletteria Athison. Il nome richiama l’antico nome del fiume Toce conosciuto nell’antichità (e citato da Plutarco) proprio come Athison che con la sua maestosa cascata rappresenta il forte richiamo di questa azienda al suo territorio. Massimiliano ce lo racconta in questo modo: “Athison è la conclusione di un percorso lungo più di 100 anni che racchiude tutte le nostre capacità, la nostra cultura, il nostro know how che abbiamo acquisito negli anni, per arrivare ad avere un’offerta il più completa possibile. La scelta è stata “folle” perché, invece di affidarci ad un laboratorio esterno e ad una produzione esterna (come fanno tanti brand), noi abbiamo fatto il contrario e abbiamo deciso di produrre tutto internamente. Tutto quello che viene venduto da noi è anche prodotto da noi. Tutto quello che entra come materia prima, esce come prodotto finito.”
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